Quante volte ti ho detto che i mostri non esistono? E tu ci hai creduto, o forse hai finto, per rassicurarmi. Bugie a fin di bene. Oggi però ti devo la verità, la dobbiamo a questo bambino: i mostri esistono, e a volte vincono, figlio mio, ma hanno facce normali, nessuna maschera buffa. I mostri esistono, ma sono pochi, per fortuna, li si incontra alla fine della mappa, come raccontano in un film, lì dove spira un vento maligno e io non posso seguirti. Mi sento inerme, così debole, figlio, vederti crescere veloce mi uccide, ma mi sento tanto fortunato. Questa disgrazia lacera la pelle, perciò mi rimangio la mezza bugia, i mostri esistono, non hanno tentacoli o escrescenze maleodoranti, ma sono ugualmente abominio di natura.
Tu hai scelto di fidarti di me, io ho scelto di parlarti di un universo buono, e ora però ti chiedo di fare attenzione a non seguire un domani il vento cattivo, a parlarmi delle tue paure, perché la storia insegna che nella bonaccia si deve tener conto della tempesta. Come dice quella frase di Chesterton? Le fiabe non raccontano ai bambini che i draghi esistono, questo loro già lo sanno, servono a raccontargli che i draghi possono essere uccisi. I mostri possono essere uccisi, figlio mio, ma dovrai venire da me quando sarà, e io ti insegnerò ciò che mi è stato insegnato.
Dovrai ripetere queste parole davanti all’uomo nero: “Io non credo in te”, e lui scomparirà, te lo prometto.
Io non credo in te.
Ripetiamo insieme.
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