Magari domani resto

Risultati immaginiMagari domani resto  – Feltrinelli editore 2017

Premio Selezione Bancarella 2017

Chiamarsi Luce non è affatto semplice, specie se di carattere non sei sempre solare.
Peggio ancora se di cognome fai Di Notte, uno dei tanti scherzi di quello scombinato di tuo padre, scappato di casa senza un perché.
Se poi abiti a Napoli nei Quartieri Spagnoli e ogni giorno andare al lavoro in Vespa è un terno al lotto, se sei un avvocato con laurea a pieni voti ma in ufficio ti affidano solo scartoffie e se hai un rottame di famiglia, ci sta che ogni tanto ti arraggi un po’.
Capelli corti alla maschiaccio, jeans e anfibi, Luce è una giovane onesta e combattiva, rimasta bloccata in una realtà composta da una madre bigotta e infelice, da un fratello fuggito al Nord, da un amore per un bastardo Peter Pan e da un lavoro insoddisfacente.
Come conforto, solo le passeggiate con Alleria, il suo Cane Superiore, unico vero confidente, e le chiacchiere con l’anziano vicino don Vittorio, un musicista filosofo in sedia a rotelle.
Finché, un giorno, a Luce viene assegnata una causa per l’affidamento di un minore. All’improvviso, nella sua vita entrano un bambino saggio e molto speciale, un artista di strada giramondo e una rondine che non ha nessuna intenzione di migrare. La causa di affidamento nasconde molte ombre, ma è forse l’occasione per sciogliere nodi del passato e mettere ordine nella capatosta di Luce. Risolvendo un dubbio: andarsene, come hanno fatto il padre, il fratello e chiunque abbia seguito l’impulso di prendere il volo, o magari restare, trovando la felicità nel suo piccolo pezzettino di mondo?
Dopo l’esordio folgorante con La tentazione di essere felici e La tristezza ha il sonno leggero, la nuova, straordinaria prova narrativa di Lorenzo Marone.Con una piccola, grande femmena del Sud che proprio non ci sta a farsi mettere i piedi in testa. Ci proviamo tutti a spiccare il volo, per poi la sera ripararci sotto le pergole dei nostri piccoli gesti quotidiani. Essere abitudinari non è così da sfigati. I bambini sono abitudinari. E i cani. Il meglio che c’è in giro.


“Lorenzo Marone si fa leggere con dolcezza e profondità. Tempo un paio di pagine e ti innamori. E ti riconosci.” Luciana Littizzetto

“Lorenzo Marone rinverdisce la distinzione tra narratore e scrittore. In lui il naturale piacere di raccontare signoreggia.” Tuttolibri – La Stampa



DONNA_MODERNA_Marone
  La repubblica
MATTINO_Marone
QUOTIDIANO_DEL_SUD_Marone

…e mi incanto ad “ascoltare” le tue riflessioni e considerazioni, mai banali, che fanno “fermare” ad ogni capitolo. E fanno pensare che questa scrittura è piena. E immaginifica. E l’ironia le dà una leggerezza che pesa….

Ho trovato il libro esilarante,all’altezza delle aspettative che mi ero creata leggendo i precedenti libri.Semplice,conciso ma profondamente introspettivo.Nulla di quanto scritto è affidato alla casualità,mai banale,mai ovvio.Che rarità.Continua a scrivere caro Lorenzo,per mantenere viva quella “luce”che credo ci sia in ognuno di noi.Grazie di cuore.

leggo e mi perdo nei vicoli dei quartieri, sento l’odore delle cucine ed uno stereo da lontano manda Pino Daniele…un tuffo nel passato. Veramente bello, grazie!

Strappi risate e fai tremare le corde dell’anima. Uno stile semplice, diretto, e ricercato allo stesso tempo. Mai ripetizioni di parole, mai una noia nella lettura.

Gent. Sig. Marone, Non potevo non scriverLe per farLe i miei complimenti. Non avevo mai letto i Suoi libri prima di “Magari domani resto”. E ammetto che, se non fosse stato per l’insistenza di mia madre, non credo che l’avrei mai fatto (solitamente leggo i fantasy, come Tolkien o Martin). Ma, se non avessi accontentato quella donna tanto petulante, avrei commesso un grosso errore. Non avrei mai potuto conoscere Luce, rivedermi in lei, e attraverso le sue parole immaginare i suoni e i profumi di quei vicoli di Napoli che tanto amo e sogno. Perché purtroppo, nonostante i miei genitori siano napoletani, io sono nata a Como – dove ho vissuto per dieci anni- e vivo a Bari; e nella città meravigliosa di mia madre e mio padre non ci ho mai vissuto, e ho imparato ad amarla veramente soltanto da settembre, quando sono fuggita da uno dei più brutti momenti della mia vita. E adesso non vedo l’ora di laurearmi per tornare e stabilirmi lì, dove sento di aver lasciato il mio cuore, tra i sampietrini e il profumo del caffè di prima mattina – perché quello che fanno a Napoli è veramente tutta un’altra cosa. Ho letto il Suo libro tutto d’un fiato. Mi ha strappato molti sorrisi, talvolta anche una risata perché certe espressioni sono le stesse che sento ripetere da mia madre da ventiquattro anni. Ma ho anche asciugato qualche lacrima. E io sento di doverLa ringraziare per tutte queste emozioni. Dunque, grazie. Grazie mille, Signor Marone.

Complimenti, li ho letti tutti e 3 ma l’ultimo mi è entrato nel cuore. E mi capita quando cerco di leggere lentamente per non farlo finire.

Leggere il libro di Lorenzo Marone e’ come affacciarsi da un balconcino di una palazzina dei Quartieri Spagnoli.In un vicolo stretto con poca possibilità di vedere il sole, osservi ciò che ti circonda, i rumori, gli odori , i panni stesi , il via vai della gente del quartiere, i motorini e poi alzando gli occhi al cielo sentirsi parte di una realtà in cui il coraggio e la “voglia d’ allucca’ ” sono gli ingredienti principali per affrontare la vita.

“Magari domani resto” è un ulteriore messaggio di vita, speranza e della ricerca di quello che ci fa stare meglio. A volte basta anche un solo sorriso a farci capire un concetto semplicissimo: la vita è bella, prendiamone il buono e lasciamo il resto.
Consigliato.

Lorenzo Marone fa Luce sui quartieri spagnoli; ce ne mostra l’umanitá che palpita tra l’umido di portoni e di mattonelle scrostate. Ci apre le finestre dei palazzi e le porte dei bassi e ne fa uscire profumi di case, dove si lavora, si cucina, si crescono bambini e animali con lo stesso amore. Case dove convivono vecchie nonne e magici gnomi. Dove il vicino di casa non rimane estraneo a lungo, e dove l’apparenza diversa di uno straniero è solo una maschera che va via con acqua e sapone.
Dove i genitori sono persone, e i figli, prima o poi, devono accettarlo, senza sentirsi per questo meno amati.
Marone ancora una volta ci racconta la quotidianitá, i piccoli gesti di amore e le azioni di faticoso coraggio che si compiono ogni giorno e nelle quali ci riconosciamo. Ma soprattutto ci rinnova la speranza che, se non ci arrendiamo, in ogni situazione possiamo scegliere di essere felici. Per quanto tempo non ha nessuna importanza.

Finito di leggere sei giorni fa, poi, un secondo giro di lettura. Come una giostra dalla quale non vorresti scendere mai.

È un romanzo solare come solo il Sud sa essere, è un romanzo corale pur avendo un’unica grande protagonista forte e bella come il nome che porta. Leggere questo romanzo significa fare un viaggio dentro se stessi, affrontare il tema dell’abbandono, del lutto, della vita che non va come vorresti, delle scelte forti che sei chiamato a fare e delle amicizie vere che ti insegnano sempre ad affrontare ogni giorno con un sorriso.

Lorenzo sa creare personaggi che ti rimangono dentro perché sono come sei, come vorresti essere o com’eri. E poi ti fa sentire a Napoli anche se sei altrove e ti risveglia dentro anni di giri per la città(ricordi?) a sognare e a vivere un’età che non torna e che pure ci sta addosso come un vestito fatto apposta per noi.

E poi ci sono quei libri che vorresti non finissero mai. E non solo per la bella storia raccontata, non solo per i bei personaggi ai quali ti sei affezionato, non solo perché ti sembra di stare li con loro a respirare l’aria e le atmosfere dei quartieri spagnoli. Ma anche per le tante riflessioni importanti che ci sono dentro.

E così ieri sera ho finito di leggere il libro, e ho pianto, come una fontana. Per Luce e la sua stramba famiglia, che già mi mancava. Per don Vittò e il suo amore non vissuto. Ho pianto per Primavera. E un po’ anche per me, per tutte le cose non dette e i momenti non vissuti appieno. Perché è proprio vero, la felicità sta nelle piccole cose. Grazie Lorenzo Marone, è stato un viaggio stupendo.

Sei riuscito a scrivere un nuovo piccolo immenso capolavoro dove ogni riga parola personaggio emozione sono al punto giusto consentendo al lettore di sorridere riflettere incazzarsi e perché no, anche strappargli una lacrima nelle pagine finali, potenti, perfette. Luce è il popolo fiero che combatte e non si arrende soffre e ride, di sé, della sua bella imperfezione. Quanta bella Napoli c’è in questo libro e quanto vera!

Una storia, tante storie, la storia di ognuno… lacrime e sorrisi tengono la mano durante tutta la lettura… sintesi di ogni vita.

Sono un lettore settantenne e leggo mediamente 20 libri all’anno.Purtroppo non tutti riesco a finirli.Quando ho finito il tuo “Magari domani resto” ho pensato “Peccato è già finito”.Da tempo non leggevo un libro così bello con due personaggi incredibili, solari, commoventi e positivi.Ho avuto la fortuna di vedere una vetrina piena di cielo e rondini.

I tuoi personaggi così familiari che permettono di riconoscersi, che evocano emozioni con cui ci si identifica così, naturalmente. Cosa toccano? Ognuno sembra una sfaccettatura dello stesso Sé, il proprio. Forse dialogano proprio con quelle parti di sé (di ognuno di noi) ed il rapporto che abbiamo con ognuna di loro determina come siamo. Il maschile, il femminile, il saggio, il bambino… In Luce ho sentito il contatto con la parte innocente, con quella orfana (che si attiva quando il bambino interno si sente abbandonato, trascurato), quella ribelle, quella guerriera, quella esploratrice (si, proprio quella che ha a che vedere con l’andare e con il restare).

Ho letto il Suo libro tutto d’un fiato. Mi ha strappato molti sorrisi, talvolta anche una risata perché certe espressioni sono le stesse che sento ripetere da mia madre da ventiquattro anni. Ma ho anche asciugato qualche lacrima. E io sento di doverLa ringraziare per tutte queste emozioni.

I romanzi di @LorenzoMarone sono pieni di intelligenza sottile, mai proclamata, sussurrata sottovoce, con garbata ironia @feltrinellied

E (ri)alzi la mano ogni femmina, soprattutto del Sud, che, leggendo questa descrizione, non abbia esclamato:”Uuaa’ ma questa sono proprio io”! ”Lore’ ma comm` ha fatt` a saperlo”?